“La befana vien di notte, con le scarpe tutte rotte. Con la scarpa appesa al collo col carbone col ferro e l’ottone. Con la scopa per volare. Lei viene dal mare, lei viene dal mare…” cantava nel 1979 Gianni Morandi nel suo “La Befana Trullallà”.
La Befana o Befania, corruzione di Epifania, ha origini antichissime. Il nome deriva dal greco e rappresenta un mitico personaggio in forma di orribile vecchia, che passa sulla terra dal 6 al 10 gennaio, portando doni o carbone ai bambini, a seconda della loro condotta, e compiendo altri incredibili prodigi. Questa tradizione unisce molte città, anche se ogni comune ha saputo adattarlo nel tempo ai propri usi. In alcuni come Firenze e Roma (dove la consuetudine dei regali era un tempo più legata all’Epifania che al Natale) si esponeva alle finestre un fantoccio; oggi si lascia una calza nella notte tra il 5 e il 6 gennaio per poi ritrovarla colma di doni e dolciumi. In altre città, come ad esempio in Romagna, la befana viene portata su di un carretto per poi essere bruciata in piazza, tra urla e fischi. Questo si compie anche in altri paesi europei.
Il rito fa pensare a tradizioni magiche precristiane per scacciare spiriti malefici ma, nonostante il brutto aspetto, i bambini italiani amano la Befana e la aspettano ogni anno tra ansia e stupore.